GIADA CURTI: LA SUA REGINA DEL CIRCO ACCENDE LA NOTTE DI ALTAROMA

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La Giovane Stilista sempre più Regina diAltaRoma

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Parterre de Roi, anzi, de la Reine per Giada Curti che ha presentato la sua collezione Autunno/Inverno dal titolo “La Reine du Cirque” nel suggestivo Parco dei Daini di Villa Borghese. Ad applaudire gli abiti-gioiello da grande soirée nei colori del rosso del nero e dell’oro ispirati alle morbide donne dipinte da Fernando Botero hanno accolto l’invito di Emilio Sturla Furnò e Raffaella Naddeo tanti volti noti della cultura, dello spettacolo e delle istituzioni: Antonella Elia, Natalie Rapti Gomez, Marianella Bargilli e Geppy Glejeses, Loredana Cannata, Gloria Guida, Sara Ricci, Mita Medici, Samya Abbary, Jinny Steffan, Vanessa Villafane, Isabel Russinova, Elisabetta Pellini, Elda Alvigini, Adriana Russo, Elena Bonelli, Metis De Meo, Marina Pennafina, Maria Monsè, Giada De Miceli, Lorena Cacciatore, Maria Grazia Nazzari, Valeria Mangani, Erika Gottardi, Massimiliano Piccinno, Lea Gasparoli e Consorte. E tanti altri signori: Antonio Curti – marito della stilista – Beppe Convertini, Alex Partexano, e gli onorevoli Antonio Paris e Alessandro Vannini il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, il marchese Giuseppe Ferrajoli. Al termine della sfilata – presentata come uno spettacolo illuminato da artistici giochi di luce, tra acrobati e giocolieri sotto la regia della Mazzini Eventi, la Curti ha spiegato alla stampa che:  “Gli abiti dei circensi non sono costumi, ma paramenti sacri che si muovono nella pista del circo tra mangiatori di fuoco, acrobati, tigri e incantatori. L’arena è l’altare in cui si scongiurano le paure. Il tendone è il tempio e le modelle sono audaci sacerdotesse abili nel domare le fiere e nel cavalcare. Donne intelligenti e coraggiose che vincono la paura del vuoto e fanno volteggiare oggetti in equilibro. Persino gli elefanti obbediscono alla loro femminilità. In fondo, il circo è l’allegoria della società dei nostri tempi. Le donne non cadono. Anzi. Sono sempre più consapevoli della loro bellezza e del loro successo”.

 

La sposa si tinge di un intenso verde salvia, in alternativa al bianco della tradizione. Vita lunga e ricami in swarovski sotto il seno nelle gradazioni del salvia e dello smeraldo che disegnano collane sulla schiena. Ampia gonna a pieghe baciate. Lunghissimo il velo in tinta con l’abito.

 

Una collezione di abiti dell’immaginario, di realtà scrutate nei ricordi e nei sogni. Nel Circo si materializza il desiderio divenendo realtà e la paura si supera con il desiderio che diviene speranza.

 

“Venghino, signori venghino. Lo spettacolo sta per iniziare”. Si alza il sipario.

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Midnight in Rome: Giada Curti ed il suo sogno in “total white” al St. Regis.

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Parterre ricchissimo e selezionatissimo per la presentazione  della Collezione Primavera/Estate 2012 di Giada Curti presentata all’interno di AltaRoma presso il  The St. Regis Hotel a Roma.

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Tra i vip presenti alla sfilata invitati da Emilio Sturla Furnò e Raffaella Naddeo: Kaspar Capparoni con la moglie Veronica Maccarone, Alessia Fabiani, Rossella Brescia, Martina Pinto, Sebastiano Somma con Morgana Forcella, Mirka Viola, Denny Mendez, Linda Batista, Elena Bonelli, Livio Beshir, Elisabetta Pellini, Janet De Nardis, Veronica Logan, Lucia Bendia, Nadia Bengala, Eugenia Chernyshova, Vittoria Schisano, Anadela Serra Visconti, Roberta Beta.

E ancora la Senatrice Maria Rizzotti  della Commissione Sanità del Senato della Repubblica, Valeria Mangani Vice Presidente di AltaRoma, l’On. Sandra Cioffi, l’On. Riccardo Mastrangeli, l’On. Daniela Melchiorre, la principessa Maria Pia Ruspoli, la contessa Alessandra Oddi Baglioni, la marchesa Dani del Secco D’Aragona, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi ed i Direttori di Woman & Bride Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno.

Con la sua collezione total white, la stilista intende raccontare una promenade nella Capitale allo scoccare della mezzanotte. Da qui “Midnight in Rome”, titolo della collezione parafrasando l’ultimo celebre successo del film che Woody Allen ha ambientato nella capitale francese. Come nella sceneggiatura del successo del grande schermo, la disegnatrice di moda si imbatte in una comitiva di amichevoli sconosciuti che la conduce attraverso le suggestive e magiche atmosfere della Dolce Vita, clima storico e culturale che la stilista ama e di cui subisce l’incanto.

Scenografia da film in cui appaiano meravigliosamente venti toilette soirée in cui predominano tutte le gradazioni del bianco. Raffinate, eleganti, fiere, le mannequin sfilano mise realizzate in prezioso ottomano color avorio, con balze sovrapposte ornate da ricami, chiffon, plissé e organze. Boule argentate e cangianti, perle in trasparenti cristalli swarovski e fiori brodȇ staccano sui tessuti. Tagli e silhouette aggraziati evidenziano le forme e consentono al corpo di muoversi liberamente.

Venti creazioni/citazione che mirano a rappresentare le infinite sfaccettature dell’universo femminile, in primis, quelle della stilista. E una rivisitazione: le culottes degli anni ’50, che esaltano le gambe in accostamenti di pizzi valenciennes e ricami. Strati di seta e di tulle sottolineano la figura, evidenziano il punto vita e avvolgono curve e fianchi in delicate nuvole trasparenti.

Altissima sartoria anche nel taglio delle maniche e in una nuova interpretazione dello spacco che ritorna prepotentemente in alternativa alle ampie e audaci scollature delle collezioni precedenti.

Scena della sfilata gli eleganti saloni del Grand Hotel St. Regis in un’atmosfera scandita da esecuzioni eseguite dal vivo dirette dal Maestro Luca Ruggero Jacovella, con la partecipazione della vocalist Yasemin Sannino.

La donna si muove in perfetto equilibrio tra Oriente e Occidente, mistero e evidenza, eroismo e fragilità, contrasti e armonie.

Plissé soleil, percorsi zig zag per la sposa adorna da fiori che ricordano quelli di antichi arazzi.

La collezione termina con un personale omaggio al corpetto, che Giada Curti destruttura e ristruttura al fine di evidenziare al meglio il decolté e valorizzare il seno. “Sono vicina a tutte quelle donne che si sono sottoposte all’intervento di chirurgia estetica con il sogno di aumentare il volume del loro seno, trovandosi, oggi, in pericolo di vita.” – afferma la stilista – “Anche la moda può rivelarsi un ausilio per abbellire il proprio corpo senza correre rischi”. Per questo, a metà della sfilata, appare una modella che reca un vassoio in argento con una protesi al silicone. Un’immagine forte per far riflettere a cui segue un applauso scrosciante e il plauso di molti volti noti della politica presenti tra il pubblico.

Apprezzatissime le copie di Woman & Bride, media partner dell’evento, distribuite in omaggio.

Ph: Roberto Cimini, Luigi Giordani, Gaetano Broccoli

 

Emilio Sturla Furnò

+39 340 4050400

emyesse@yahoo.it

Giada Curti: L’Alta Moda Romana celebra la Sua Donna Divina.

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“Libera di essere Divina”. Il titolo della sfilata di haute couture presentata da Giada Curti. Un tributo a Tamara De Lempicka da parte della stilista laziale per la nuova Collezione Autunno/Inverno 2011/12. E un omaggio alla Capitale, poiché per la sfilata inserita nel calendario ufficiale di Altaroma – presentata il 10 luglio – è stata scelta la romantica scala barocca di Rampa Mignanelli, sulla quale si affaccia l’Atelier Giada Curti.

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Tanti ospiti vip e stampa accolti dal press agent con Raffaella Naddeo: nelle prime file a bordo della passerella hanno apprezzato i preziosi modelli da sera della Curti: la Presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi seduta accanto alla Vice-Presidente Valeria Mangani, Barbara Bouchet, Anna Pettinelli, Elisabetta Pellini, Loredana Cannata, Mirka Viola, Gloria Guida, Maria Rosaria Omaggio, Roberto Ciufoli, Elena Russo, Maria Grazia Nazzari, Isabel Russinova, Livio Beshir, Adriana Russo, Roberta Allegretti, Alex Partexano, Daniela Martani, e il marito della stilita Antonio Curti in compagnia di Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno, direttori di WOMAN & BRIDE, Media Partner dell’Evento.

La collezione rievoca l’affascinante premiere dame degli anni ’30 dallo sguardo altezzoso che personifica una femminilità d’avanguardia, apolide protagonista della mondanità, erotica e spirituale al contempo, enigmatica fino al punto di sembrare ambigua, modello irraggiungibile di bellezza e aristocrazia. Sfilano abiti ispirati dalla visita alla grande esposizione delle opere della “pittrice del moderno” presso il Museo del Vittoriano.

Giada Curti re-inventa, così, lo stile Art Decò per il corpo femminile: plasma satin, douchesse e organza in technicolor nelle nuance del verde salvia, marrone cacao e del caldo viola alessandrite. Venti modelli da grande soirée con sovrapposizioni di tulle ricamati con pizzi francesi, intarsi di crine e rouche, drappeggi couture, nuovi volumi, tagli diversi per silhouette sofisticate dalle trasparenze seducenti. Charme provocatorio grazie a décolleté che inquadrano il viso, imponenti panneggi in tulle che danno l’illusione di un corpo fluttuante. Predomina il nero – lucido e opaco – elegante, superbo, impreziosito da ricami in swarovski e pietre dure. Una collezione autunno/inverno per moderne regine dalle labbra rosso profondo come le donne amate dalla stravagante protagonista della mondanità europea, interpreti di un glamour algido e perfetto, incontaminate dalla realtà, quasi irraggiungibili.

Al termine della sfilata – colpo di scena – sono due spose mano nella mano: Tamara e la sua Rafaela. La prima con un abito intero in satin di seta pura color avorio con maniche lunghe a guanto contornate di pizzo chantilly ricamato, così come scollo e coda. Grande apertura a V sulla schiena. Sul capo una calotta anni ’30 di pizzo ricamato con lungo velo di tulle di seta. La compagna indossa un completo nero taglio maschile, con giacca a doppio petto. Per la prima volta in passerella escono due donne, due compagne, due spose che celebrano il “Marriage Equality Act” approvato a New York lo scorso 25 giugno. Commosse, nel parterre anche l’On. Paola Concia con la sua compagna Ricarda Trautman.

La moda è donna, sempre” – ha affermato la stilista – “Non teme pregiudizi, nè può essere vittima di allusioni equivoche. E’ portavoce di libera femminilità”.

 

Ufficio Stampa

Emilio Sturla Furnò – tel +39 340 4050400

emyesse@yahoo.it; info@emiliosturlafurno.it