Dalla Danza alla Tela. Un successo per la mostra di Matilde Brandi

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MATILDE BRANDI Works of Art

a cura di Francesca Barbi Marinetti

Il Margutta RistorArte

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Dalla danza alla tela. Chiara, solare e diretta: Matilde Brandi traspone nei suoi lavori pittorici la stessa determinazione luminosa che l’ha guidata nei passi di ballo. La tempra, l’estro e la dedizione che le hanno permesso di cavalcare con successo i palinsesti di Rai e Mediaset, la stessa esuberante esplosione di vitalità artistica ha premuto per sperimentarsi su registri stilistici diversi, quelli dell’arte visiva.

Works of Art è il titolo della mostra organizzata da Tina Vannini e curata da Francesca Barbi Marinetti, inaugurata a Roma il primo giorno di Primavera presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte in Via Margutta 118. Ventitré opere – in mostra dal 22 Marzo al 6 Maggio – prodotte negli ultimi tre anni che testimoniano la maturità della sperimentazione pittorica dell’artista più conosciuta come la seducente ed energica ballerina che ha catturato la simpatia degli spettatori televisivi accanto a conduttori come Bonolis, Panariello, Sabani o Celentano. Tanti gli amici che sono accorsi all’inaugurazione della personale, con la complicità del press agent Emilio Sturla Furnò, per complimentarsi con l’artista: Rosanna Lambertucci, Tosca D’Aquino, Vincenza Cacace col marito calciatore Giuseppe Pancaro, Elisabetta Ferracini, Patrizia Pellegrino, Roberto Croce, Lavinia Spingardi, Janet De Nardis, Michele Lastella, Roberta Beta con Marco Cesati Cassin, Alex Partexano, Roberta Allegretti, Luigi Tabita, Nadia Bengala, Valeria Mangani, la stilista Giada Curti, il principe Carlo Giovanelli, la marchesa Dani del Secco d’Aragona, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, Sandra Cioffi Fedi, il prof. Roly Kornblit, il futurista Graziano Cecchini, l’artista architetto Massimo Di Cave con la moglie Rosanna, il maestro orafo Gerardo Sacco, i Direttori di Woman & Bride, Massimiliano Piccinno ed Erika Gottardi, Mara Dinunno, brand Manager dell’azienda Antonio Maria Arbues e la fashion blogger Nayra Laise.

Scambi di saluti tra Attilio Romita del Tg1, Daniela Pulci capo redattore di Domenica In, Camilla Nata de La Vita in Diretta, Stefania Giacomini del Tg3 Lazio. Apprezzamenti a Matilde dalla vaticanista Michaela Bohle, Roberto Granata, Vittoria e Giancarlo Delrio, Giuseppe Falconieri, la psicoterapeuta Irene Bozzi, Elena Aceto di Capriglia, lo scenografo Manuel Carlo Puccini, Paolo Colucci, Bianca Maria Lucibelli Caringi, Sandro Di Castro, Ruben Della Rocca.

Profumi e sapori primaverili per il coloratissimo cocktail vegetariano a base di miniporzione di fragoline di bosco all’aceto balsamico, polpettine di verdure, cous cous, mimose decorate con ribes.

La ricerca e lo studio coreografico ha sollecitato in Matilde l’esigenza di sconfinare dall’ambito specifico della danza e trovare espressione nel linguaggio della pittura. La produzione di opere su tela, che risale ad una decina di anni, ha assunto una dimensione apprezzabile attraverso un confronto spontaneo, fresco e vivace con i maestri storici dell’arte informale. Il colore viene impastato con materiali aggiuntivi a creare ruvidezza, spessore, lucentezza o opacità. Il rosso, il nero o l’oro si sottraggono all’uniformità cromatica nella tensione di una ricerca materica, le geometrie offrono una suggestiva misura di essenzialità ad eventuali richiami figurativi. Uniche figure che sopravvivono, facendo di tanto in tanto capolino nell’immaginario astratto dell’artista, sono proiezioni di ballerine che nel variegato campionario del mondo pittorico della Brandi – fatto di colature e malte, di impasti di sabbie, sassi, materiali riflettenti e luccicanti, di eleganti paesaggi monocromi o irretenti – vanno a sottolineare l’intima contiguità tra movimento coreografico e gesto pittorico, quasi fossero due direzioni diverse nate da uno stesso impulso creativo. Una presenza apparentemente accennata che rappresenta la matrice che compone il segno, lo stimolo primario che determina il ritmo e il timbro, la musica intima su cui prende vita e si anima il moto pittorico.

D’altra parte l’incontro tra vari piani del piacere della creatività sta particolarmente a cuore a Matilde Brandi, che afferma: «L’arte è l’amore per la vita in tutte le sue sfumature: dalla pittura alla musica, alla danza e al cibo sano e salutare. Il RistorArte Margutta è tutto questo. Qui si respira l’arte in tutti i suoi colori. Quelli forti e decisi dei miei quadri e quelli accattivanti e ricercati del cibo vegetariano che qui fa da protagonista».

Ph. Luigi Giordani e Roberto Cimini

Press Office

Emilio Sturla Furnò

+39 340 4050400

emyesse@yahoo.it

L’Arte di Matilde Brandi: Works of Art al Margutta RistorArte

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MATILDE BRANDI

Works of Art

Mostra di Matilde Brandi

a cura di Francesca Barbi Marinetti

 

Inaugurazione: Mercoledì 21 Marzo 2012 – ore 18.00

dal 22 Marzo al 6 Maggio 2012

 

Il Margutta RistorArte

Via Margutta 118 – Roma

 

Dalla danza alla tela. Chiara, solare e diretta: Matilde Brandi traspone nei suoi lavori pittorici la stessa determinazione luminosa che l’ha guidata nei passi di ballo. La tempra, l’estro e la dedizione che le hanno permesso di cavalcare con successo i palinsesti di Rai e Mediaset, la stessa esuberante esplosione di vitalità artistica ha premuto per sperimentarsi su registri stilistici diversi, quelli dell’arte visiva.

Works of Art è il titolo della mostra che inaugura a Roma Mercoledì 21 Marzo 2012 alle ore 18.00 presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte in Via Margutta 118. Si tratta di ventitré opere – in mostra dal 22 Marzo al 6 Maggio – prodotte negli ultimi tre anni che testimoniano la maturità della sperimentazione pittorica dell’artista più conosciuta come la seducente ed energica ballerina che ha catturato la simpatia degli spettatori televisivi accanto a conduttori come Bonolis, Panariello, Sabani o Celentano.

La ricerca e lo studio coreografico ha sollecitato in Matilde l’esigenza di sconfinare dall’ambito specifico della danza e trovare espressione nel linguaggio della pittura. La produzione di opere su tela, che risale ad una decina di anni, ha assunto una dimensione apprezzabile attraverso un confronto spontaneo, fresco e vivace con i maestri storici dell’arte informale. Il colore viene impastato con materiali aggiuntivi a creare ruvidezza, spessore, lucentezza o opacità. Il rosso, il nero o l’oro si sottraggono all’uniformità cromatica nella tensione di una ricerca materica, le geometrie offrono una suggestiva misura di essenzialità ad eventuali richiami figurativi. Uniche figure che sopravvivono, facendo di tanto in tanto capolino nell’immaginario astratto dell’artista, sono proiezioni di ballerine che nel variegato campionario del mondo pittorico della Brandi – fatto di colature e malte, di impasti di sabbie, sassi, materiali riflettenti e luccicanti, di eleganti paesaggi monocromi o irretenti – vanno a sottolineare l’intima contiguità tra movimento coreografico e gesto pittorico, quasi fossero due direzioni diverse nate da uno stesso impulso creativo. Una presenza apparentemente accennata che rappresenta la matrice che compone il segno, lo stimolo primario che determina il ritmo e il timbro, la musica intima su cui prende vita e si anima il moto pittorico

 

D’altra parte l’incontro tra vari piani del piacere della creatività sta particolarmente a cuore a Matilde Brandi, che afferma: «L’arte è l’amore per la vita in tutte le sue sfumature: dalla pittura alla musica, alla danza e al cibo sano e salutare. Il RistorArte Margutta è tutto questo. Qui si respira l’arte in tutti i suoi colori. Quelli forti e decisi dei miei quadri e quelli accattivanti e ricercati del cibo vegetariano che qui fa da protagonista».

 

Ufficio Stampa

Emilio Sturla Furnò

+39 340 4050400 – info@emiliosturlafurno.it

D.d’Arte s.r.l.

+39 339 8581350 – didartesrl@gmail.com

Il Margutta RistorArte

www.ilmargutta.it

Libagione. Da Giovedi 10 novembre le opere di Serge Uberti al Margutta RistorArte.

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LIBAGIONE

SERGE UBERTI: ALBERO, RITO, PURIFICAZIONE

a cura di Francesca Barbi Marinetti

Inaugurazione: giovedì 10 novembre 2011 – ore 18.00

11 novembre – 7 dicembre

IL MARGUTTA RISTORARTE – Via Margutta, 118 – Roma

 

“Tutto inizia con la ricerca di un albero morto” – formula Serge Uberti. “Il tronco è vaso che raccoglie l’acqua piovana dalle proprietà purificatrici. Il prezioso liquido ha valenza simbolica e penetra, irriga, feconda l’arte”. Il rituale della “Libagione” dà il titolo alla mostra dell’artista italo-francese Serge Uberti, curata da Francesca Barbi Marinetti, ospitata presso lo spazio espositivo de Il Margutta RistorArte di Via Margutta 118, dal 10 novembre al 7 dicembre 2011.

Una raccolta di 22 opere prevalentemente pittoriche che si tingono dei colori della Terra. Strutture geometriche che ospitano alberi rituali, figure dalla valenza mitologica senza tempo. Pittura e scultura si interfacciano e sconfinano continuamente fino a congiungersi nella realizzazione perfettamente equilibrata di pittosculture.

Artista interessato all’indagine dei principi archetipici che animano l’essere – spiega la curatrice – Ubertì propende per una dimensione simbolica dell’arte. Nel suo universo di guardiani, costruttori, centauri e stanze votive, assume particolare rilevanza il ciclo dedicato all’Albero rituale. Il recupero della materia apparentemente morta, come quella di un tronco d’albero seccato, è il principio di una rivisitazione del ciclo della vita carico di reminescenze dell’antichità che qui si associa al rito della libagione.

Molte sono le fonti testuali che attestano tale usanza in diverse culture del passato, a partire da quella greca per giungere a quella ebraica. Il rituale libatorio era la pratica dello spargimento di liquidi (acqua, vino, latte, essenze) su qualcosa che avesse valore sacro o simbolico, come un altare, una stele, un manufatto o lo stesso terreno, in qualità di offerta agli dei. Un’azione sacra e purificatoria, che sconfina anche nel rituale dionisiaco del simposio a conclusione di momenti conviviali come i banchetti.

Ubertì di questa tradizione reinterpreta la suggestione relativa alla rigenerazione. Il liquido bianco raccolto nei vasi strutturati attorno al tronco recuperato è una miscela di acqua e roccia che scorre come linfa vitale da un recipiente all’altro colando e penetrando la materia. La natura apparentemente avvizzita non ha finito il suo ciclo e la sacralità della sua rinascita è simbolicamente segnata mediante tale rituale.

In occasione dell’inaugurazione del 10 novembre gli ospiti sono invitati a seguire il percorso a tappe tematiche ideato dall’artista: Uberti si esibisce in una performance pittorica che si fonde con musiche eseguite dal vivo da Louis Siciliano.

Per concludere il rituale” Tina e Claudio Vannini – titolari de Il Margutta RistorArte – propongono il “cream aperitif” dalle proprietà purificatrici eccitanti.

Ufficio Stampa

Emilio Sturla Furnò  +39 340 4050400 – emyesse@yahoo.itinfo@emiliosturlafurno.it

SC’ART…ATI! Al Margutta RistorArte in mostra i manifesti cinematografici mai visti.

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SC’ART – Nessuno li può giudicare

di Brivido & Sganascia  

Prove di manifesti cinematografici scartati, mai stampati, mai visti …

Inaugurazione: Martedì 25 Ottobre 2011 – ore 18.00

dal 26 Ottobre al 5 novembre 2011

Il Margutta RistorArte

Via Margutta 118 – Roma

SCARTI che, proprio in quanto redatti sul filo di un’ispirazione che esce un tantino dal canonico tracciato, ci affascinano d’un sogno parallelo ma diverso, affine ma oltre, possibile ma non attuabile. È il caso dei manifesti cinematografici esposti nella mostra dal titolo “SC’ART” di Brivido & Sganascia,  a Roma dal 25 Ottobre al 5 Novembre 2011 presso Il Margutta RistorArte di Tina e Claudio Vannini. Una selezione di una cinquantina di poster curata da Francesca Barbi Marinetti prevalentemente relativa a pellicole italiane, a cui sono stati preferiti risultati forse più equilibrati, ma che “insistono ad intrigarci quasi come un’occhiolino in direzione di ulteriori scelte percorribili” – afferma la curatrice. La mostra raccoglie prove di manifesti cinematografici scartati, mai stampati, mai visti. Ogni manifesto commissionato dalla cinematografia italiana prevede da 5 a 10 proposte grafiche e non sempre i manifesti scelti sono i più belli o i più artistici. Azzeccare l’immagine perché sia chiara e leggibile talvolta significa controbilanciare un estro creativo più votato ad un impatto suggestivo o artistico E, come per il guanto di Marilyn o la fotografia autografata di star o starlet d’ogni paese e latitudine, anche i poster scartati del cinema divengono ghiotto vintage da collezionisti.Tra i molti titoli: “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno (2011), “La bestia nel cuore” di  Cristina Comencini (2005), “Che bella giornata” di Gennaro Nunziante (2011), “My name is Tanino” di Paolo Virzì (2002), “Commediasexi” di Alessandro D’Alatri ( 2006), “Maschi contro Femmine” di Fausto Brizzi (2010), “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti (2008), “La Fame e la Sete” di Antonio Albanese (1999), “Almost Blue” di Alex Infascelli (1999), “L’Uomo Nero” di Sergio Rubini (2009), “La Vita è Bella” di Roberto Benigni (1997), “Primo Amore” di Matteo Garrone (2004), “Gallo Cedrone” di Carlo Verdone (1998), “Io & Marylin” di Leonardo Pieraccioni (2009) e perfino “I Soliti Idioti” di Enrico Lando  in uscita il prossimo 4 novembre. Apprezzabili in quanto nessuno più li può giudicare – come recita il sottotitolo della mostra – i manifesti scartati sono ideati da Marco Innocenti che, assieme ai creativi Fabrizio Micheli, Mirko Leonardi e Davide Simonelli, produce da quindici anni anni poster per il cinema. Una collezione border-line che riconduce al già visto, ma da un punto di vista diverso. “Ancora prima di diventare una chicca appetibile del mercato sommerso della fabbrica dei sogni” – spiega la curatrice – “il manifesto cinematografico è la cover del film che nella sua forma di immagine statica da un lato innesca la miccia della nostra immaginazione dall’altro si fa testimone storico, immortalando scene, volti e nomi. Geniali o mediocri che fossero, i cartellonisti hanno cucito l’insieme del nostro immaginario filmico. Un’arte e un esempio di comunicazione diretta condotta storicamente a partire dalla maestria del disegno dei tempi passati fino all’elaborazione d’effetto della computer grafica di oggi. Il giusto bilanciamento tra gli ingredienti di figure e grafica diventano la quintessenza del suo prodotto, l’imprinting, l’icona indice per la rubrica della memoria, e al contempo promessa, seduzione e sublimazione per la pubblicità del film.” Il Margutta RistorArte  www.ilmargutta.it Ufficio Stampa: Emilio Sturla Furnò – +39 340 4050400 – info@emiliosturlafurno.it

40 CARATI: ALL’ATELIER DI GIADA CURTI I 40 ANNI DI EMILIO STURLA FURNO’.

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Un atelier di alta moda che si trasforma in spa, con angolo dedicato ad una speciale menù vegetariano e una sala con musica live. Così il press agent Emilio Sturla Furnò ha deciso di festeggiare i suoi primi quarant’anni nel centro della Capitale nel corso di un grande party per oltre duecento ospiti.

40 carati” il dress code che i più hanno accettato di buon grado sfilando con abiti in paillettes , lamè, swarowsky per celebrare l’amico che ha accolto gli amici assieme ai padroni di casa  Antonio e Giada Curti.

Tra i tanti volti noti – con un look brillantissimo – l’Ambasciatore d’Austria Christian Berlakovitz, Samya Abbary (il nuovo attesissimo volto di NonoSoloModa su Canale 5), Denny Mendez, Linda Batista, Max Parodi, Rosanna Lambertucci (che ha cantato dal vivo assieme al festeggiato), Elena Russo, Fanny Cadeo, Mita Medici, Maria Rosaria Omaggio, Marina Tagliaferri, Janet De Nardis, Livio Beshir, Maria Monsè, Metis Di Meo, Saverio Vallone, Roberta Allegretti, Eleonora Vallone, Maria Grazia Nazzari, Alex Partexano, Lucia Bendia, Vanessa Villafane, Roberta Beta, Gianni Day, Jinny Steffan. E i giornalisti Stefania Giacomini (TG3Lazio), Franco Fatone (TG2), Roberta Badaloni (TG1), Daniela Pulci (ora caporedattore di Domenica In), Valeria Pannuti e Lorenzo Las Plassas (Rai News 24), Dario Maltese (TG5), lo scenografo Manuel Carlo Puccini, il costumista Massimo Cantini Parrini, il wedding planner Enzo Miccio, il truccatore Gennaro Marchese, l’autore tv Nino Spirlì.

E ancora: Francesca Barbi Marinetti, le marchese Dani e Ludovica D’Aragona, il principe Carlo Giovanelli, il marchese Giuseppe Ferrajoli, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, Maria Consiglio visco Marigliano, la psicoterapeuta Irene Bozzi, Elena D’Antonio Aceto di Capriglia, l’architetto Paolo Colucci, il prof. Roly Kornblit,  i direttori di WOMAN & BRIDE Erika Gottardi  (in uno splendido abito firmato Giada Curti) e Massimiliano Piccinno e Mara Dinunno, direttrice marketing della confetteria Antonio Maria Arbues.

Raffinatissimo il dinner tutto vegetariano ideato da Tina e Claudio Vannini de Il Margutta RistorArte (riso basmati con fonduta e curry, pennette alla carbonara di zucchine, cous cous con verdurine in wok, bottoncini dolci di mele e cannella) accompagnato dalle cantine scelte dal patron di Vinòforum Emiliano De Venuti. E ancora una preziosa degustazione di particolari confetti di Antonio Maria Arbues che ha ideato per l’occasione un confetto nero con le iniziali del festeggiato in bianco: E S F.

Divertiti gli ospiti nell’angolo dedicato al benessere pensato da Isabella Rodriguez di Halos Spa allestito in una delle bianche sale dell’atelier con due postazioni per la manicure – nel quale in molte hanno osato colori vivacissimi –  lettino massaggio e persino l’ossigeno.

Tra le sale si spostavano alcune modelle con le ultime creazioni della Maison Giada Curti.

E, ovviamente tanta musica dal vivo 70/80 a cura di Lucia Donato.

Torta gigante di forma quadrata con grande swarowsky al centro su un letto di panna e crema chantilly con fragoline di bosco ideata da Alessandra Verdile (sulla panna – scritto in corsivo con cioccolata fondente – Quaranta Carati!).

Foto : Roberto Cimini, Luigi Giordani, Alessandro Pizzi.

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L’eterea eleganza dell’Ultima Cena di Carlo Frisardi al Margutta RistorArte.

Abiti Sposa

 

L’appuntamento con l’arte de Il Margutta RistorArte, oramai atteso dai romani, col finire dell’estate ha aperto con una firma illustre, quella del maestro Carlo Frisardi, di cui si espongono una ventina di tele e tavole dipinte ad olio di medio e grande formato.
Molitissimi ospiti tra collezionisti, critici d’arte ed esponenti dello spettacolo e della cultura, hanno omaggiato l’artista presenziando al coloratissimo cocktail ideato da Tina Vannini – che con il marito Claudio – ha creato per l’occasione una speciale accoglienza dedicato all’autunno profumato ai funghi e al tartufo, nelle sale dello storico locale vegeriano della Capitale, Il Margutta RistorArte.

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Ad accogliere gli ospiti all’apertura de “L’ultima cena” – questo il titolo della mostra – la curatrice Francesca Barbi Marinetti e Emilio Sturla Furnò. Apprezzamenti per il figurativo astratto di Frisardi da parte dell’Ambasciatore Gideon Meir accompagnato la moglie Amira, il cantautore Luca Barbarossa, la stilista Giada Curti, Maria Rosaria Omaggio, Samya Abbary, prossima alla nuova stagione su Canale 5 per la conduzione di “NonSoloModa” e “Le ricette di Samya in Salsa Piccante”, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, Lilian Ramos, Giovanna Deodato, Alba Russo.

 

La scelta di Frisardi è un figurativo permeato dalla ricerca del segno a partire dalla lezione dei grandi maestri del Novecento, compresi quelli dell’astrattismo. Allievo di artisti importanti come Fazzini, Cordio e Guccione, Frisardi dà inizio alla sua attività molto giovane alla fine degli anni Sessanta e acquisce notorietà a partire dagli anni Ottanta.

“Quando lavoro ai miei quadri penso più ad un maestro come Fontana – afferma – e pensando a Fontana mi domando cosa c’è ancora da dire con l’arte”. Le sue figure prevalentemente femminili sono icone, divinità protettrici dell’ultimo anelito di una ricerca millenaria attuata con i colori sulla materia. Nel suo lungo percorso l’artista si è sentito sul confine ultimo di una trasformazione che impone l’interrogarsi su quanto ancora resta da comunicare attraverso la pittura. Quella del figurativo è una scelta apparentemente contraddittoria, perché è un figurativo che preme per incontrare la cifra essenziale di un certo astrattismo. Sfugge la definizione della forma in senso accademico a favore di una liberante incompiutezza.

L’eleganza eterea di certe figure, che ricordano l’arte di Modigliani classica e voluttuosa, si sfalda e la materia pittorica di una densità rarefatta permette talvolta la rimanenza di figure rimosse, come un’ombra, un alter ego, un residuo evanescente con cui condividere l’incanto attraverso un sussurro, una presenza trasparente che compenetra in un dialogo segreto figure dal segno più definito.

 

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L’Ultima Cena di Carlo Frisardi apre la nuova stagione al Margutta RistorArte.

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Il Margutta RistorArte

presenta

L’ULTIMA CENA

Il figurativo astratto di CARLO FRISARDI

a cura di Francesca Barbi Marinetti

Inaugurazione: Giovedì 22 Settembre 2011 – ore 18.00

dal 23 Settembre al 22 Ottobre

Il Margutta RistorArte

Via Margutta, 118 – Roma

L’appuntamento con l’arte de Il Margutta RistorArte, oramai atteso dai romani, col finire dell’estate vanta la presenza di una firma illustre, quella del maestro Carlo Frisardi, di cui si espongono una ventina di tele e tavole dipinte ad olio di medio e grande formato dal 22 settembre al 23 ottobre 2011.

La scelta di Frisardi è un figurativo permeato dalla ricerca del segno a partire dalla lezione dei grandi maestri del Novecento, compresi quelli dell’astrattismo. Allievo di artisti importanti come Fazzini, Cordio e Guccione, Frisardi dà inizio alla sua attività molto giovane alla fine degli anni Sessanta e acquisce notorietà a partire dagli anni Ottanta.

“Quando lavoro ai miei quadri penso più ad un maestro come Fontana – afferma – e pensando a Fontana mi domando cosa c’è ancora da dire con l’arte”. Le sue figure prevalentemente femminili sono icone, divinità protettrici dell’ultimo anelito di una ricerca millenaria attuata con i colori sulla materia. Nel suo lungo percorso l’artista si è sentito sul confine ultimo di una trasformazione che impone l’interrogarsi su quanto ancora resta da comunicare attraverso la pittura. Quella del figurativo è una scelta apparentemente contraddittoria, perché è un figurativo che preme per incontrare la cifra essenziale di un certo astrattismo. Sfugge la definizione della forma in senso accademico a favore di una liberante incompiutezza.

L’opera per Frisardi non si rivela mai del tutto. Lui stesso convive con la sua arte nell’ascolto, e rivisita le dimore del proprio percorso d’indagine con l’apertura di chi non si arrende nel voler cogliere l’incanto e la bellezza che aleggia attorno alle cose del mondo. Sono opere senza tempo, che evocano una memoria lontana portatrice dell’embrione di un messaggio che attende di compiersi agli occhi della contemporaneità.

Le rappresentazioni sono prevalentemente ambientate au dehors. Le figure sono esposte, immerse in un angolo di universo spersonalizzato in cui l’attesa sconfina in uno stato contemplativo.

La meditazione è sempre pervasa da un anelito vitale, un fremito che dà respiro anche all’attimo più assorto, una folata che muove l’atmosfera sfocata e impastata di polvere e luce, che accarezza e scompiglia vesti e capelli, che reclina volti bagnati d’ombra.

L’eleganza eterea di certe figure, che ricordano l’arte di Modigliani classica e voluttuosa, si sfalda e la materia pittorica di una densità rarefatta permette talvolta la rimanenza di figure rimosse, come un’ombra, un alter ego, un residuo evanescente con cui condividere l’incanto attraverso un sussurro, una presenza trasparente che compenetra in un dialogo segreto figure dal segno più definito.

La classicità del tratto entra in tensione rapportandosi a pochi ma precisi oggetti che popolano l’universo di Frisardi: la vespa, il più delle volte ferma, che si alterna a sedie e panchine, bordi piscina come piccolo crogiolo quando manca l’immensità del mare, spiagge, ampie terrazze, prati in fiore.

Anche la nudità dei corpi è un ulteriore segno di avvicinamento all’essenzialità del contatto. Essa è intima, casta e senza difese nella predisposizione naturale a farsi investire di senso. Frisardi ama cogliere il momento in cui il corpo si disvela facendo scivolare via gli abiti o parti di essi (una spallina, un sandalo), e succede talvolta che la postura antica e poetica dei corpi esposti alla luce e all’aria venga segnata da elementi di modernità, come ad esempio la presenza di una lattina di Coca Cola.

 

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Negli scatti di Alessia Cerqua il ritorno alla Vita dopo percorsi di dolore.

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AL MARGUTTA RISTORARTE INAUGURATA LA MOSTRA RI-HABITAT.

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Tanti ospiti del mondo della cultura e dello spettacolo hanno presenziato all’apertura della suggestiva mostra fotografica. Tra gli altri Daniela Poggi, Dani e Ludovica D’aragona, Alex Partexano, Roberta Allegretti, Andrea Schiavi, Lilian Ramos accolti dal press agent Emilio Sturla Furnò con i padroni di casa dello storico locale della Via delgi Artisti Tina e Claudio Vannini, l’artista Alessia Cerqua e il presidente della Lav Gianluca Felicetti.

 

Sofferenze, maltrattamenti, abbandono. E il ritorno alla vita. Alessia Cerqua – fotografa romana che collabora attivamente con la LAV (Lega Anti Vivisezione) – offre uno spaccato inedito dell’attività di recupero di animali sequestrati e vittime di sperimentazione. Immagini in bianco nero che attestano il diritto alla vita di scimmie nate e vissute all’interno di laboratori, cavalli maltenuti, tigri sequestrate a strutture circensi e, ancora, rapaci, rettili, cani e gatti. L’incontro con la LAV ha regalato a queste creature la salvezza, una casa sicura e una vita finalmente da vivere.

Di qui la mostra “RI-HABITAT” – curata da Francesca Barbi Marinetti – che offre l’opportunità di conoscere questi animali e le loro storie a lieto fine. Le opere esposte presso Il Margutta RistorArte a partire dal 15 luglio 2011, saranno battute all’asta il 13 settembre per raccogliere fondi da destinare a progetti di recupero di animali salvati dalla LAV.

Protagonisti, quindi, animali di diverse specie: “Volevo raccontare” – afferma l’artista – “la straordinarietà del ritorno alla vita di creature a cui è stata negata la libertà. I loro sguardi sono in grado di raccontare una vera e propria rinascita dopo esperienze drammatiche e commoventi.”

“Siamo abituati a vedere immagini di animali” – afferma la curatrice – “che da sempre rappresentano un veicolo mediatico capace di suscitare emozione ed empatia. Le fotografie di Alessia Cerqua raccontano un tratto meno conosciuto, quello del recupero dal disagio  di animali sfortunati che hanno incontrato il lato più ostile dell’uomo. Il messaggio è intenso e positivo. Le loro posture invitano chi osserva a riconoscere un percorso di sofferenza affrancato da nuove opportunità di inserimento in contesti protetti. Restano esseri a metà strada tra l’habitat naturale in cui sarebbero dovuti vivere e quello civilizzato che scende a patti con i diversi, a volte contraddittori, istinti della natura dell’uomo. La scelta del bianco nero ne rafforza e interiorizza la forza comunicativa”.

Il destino di grandi felini sequestrati ad un circo, di scimmie originarie delle foreste tropicali ma costrette a vivere in uno stabulario per la vivisezione, animali che purtroppo non possono essere reimmessi in natura, o di cavalli maltrattati, sarebbe stato davvero un’incognita se un’associazione non si fosse presa cura di loro, grazie ai suoi volontari, ai centri di recupero che li hanno accolti e ai tanti sostenitori.

“Si tratta di animali molto diversi tra loro per caratteristiche, esigenze o traumi subiti” – spiega Gianluca Felicetti, Presidente LAV – “le scimmie uistitì, che da pochi mesi abbiamo salvato da un laboratorio, non avevano mai visto un albero: per loro abbiamo costruito un ampio spazio protetto e riscaldato, con piante e tronchi su cui arrampicarsi e giocare; si tratta di un piccolo nucleo famigliare che non abbiamo voluto separare. Al loro arrivo erano diffidenti e spaventate, ma lentamente si sono ambientate nella loro nuova casa, il Giardino Faunistico dell’Abatino (Rieti), e si sono abituate alla figura umana che per lungo tempo ha rappresentato solo abusi e violenze, anche psicologiche”.

Il recupero di animali che hanno alle spalle un passato così difficile, è molto delicato, richiede un impegno individuale, professionalità e sensibilità non comuni. Questa mostra fotografica è il racconto della straordinaria attività svolta per il recupero di animali, storie che portano con sé l’appello al rispetto, a prevenire e perseguire maltrattamenti e abusi.

Alessia Cerqua, ha esposto in gallerie e festival internazionali di fotografia e pubblicato su numerosi quotidiani e riviste. Con la LAV ha collaborato alla mostra “Zoo” (2010), dedicata alla forzata cattività, parte di un progetto di lunga durata sul comportamento degli animali. Info: www.alessiacerqua.it

 

Si ringrazia: Il Parco Faunistico dell’Abatino (Rieti), Il Centro recupero animali selvatici Crase-WWF Semproniano (Grosseto), Serenity Horse (S.Marino), Centro ESE – EquinSenseExperience (Roma), I-Care Italia, L’Hotel degli animali (Frattocchie, Roma).

 

Ufficio Stampa Il Margutta

Emilio Sturla Furnò +39 340 4050400 info@emiliosturlafurno.itwww.emiliosturlafurno.it

www.lav.it

 

FACE IN TV: LA WEB TV SI ACCENDE A CENA.

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A Il Margutta RistorArte la presentazione  della prima emittente tv web dedicata al viso

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Elegante cena placè organizzata dal press agent Emilio Sturla Furnò a Il Margutta RistorArte di Tina e Claudio Vannini – lo storico locale della Via degli Artisti – per presentare “FACE in TV“, la prima emittente tv dedicata al viso. Tanti gli ospiti che hanno fatto gli omaggi al direttore della web tv Roly Kornblit e allo staff ideatore del progetto, Mario Maellaro, Marco Zicconi e lo stesso Emilio Sturla Furnò. Tra i molti giornalisti e volti noti della cultura e dello spettacolo non si sono voluti perdere la presentazione: l’Ambasciatore di Israele Ghideon Meir, Eleonora Brigliadori – bellissima nella sua prima apparizione mondana dopo l’Isola dei Famosi Vittorio Cecchi Gori e compagna Filly, Valeria Mangani – Vice Presidente di AltaRoma – e Adolfo Panfili, Marta Flavi, Stefano Dominella, la stilista Giada Curti, Livio Beshir, Metis Di Meo, Mita Medici, Alex Partexano, Maria Grazia Nazzari, Luigi Tabita, Maria Monsè, Janet De Nardis, Max Parodi, Nadia Bengala, Cinzia Berni, Roberta Beta, Vincenzo Bocciarelli, Emanuela Tittocchia, il Principe Guglielmo Giovanelli Marconi, Rossano Rubicondi, l’Avv. Renzo Gattegna – Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia –  Cinzia Malvini – del programma Moda su La 7 – Paola Delli Colli – conduttrice di Festival Italia in Musica –  Valeria Oppenheimer, Daniela Pulci e Camilla Nata de La Vita in Diretta, Silvia Bertoni del Tg5, Antonio Pascotto del Tg4 e i direttori di Woman & Bride Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno.

Coloratissimo il menù vegetariano: antipasti con fragoline di bosco e spinaci freschi, pecorino in crosta di mandorle e polpettine al curry, bis di primi con paccheri agli asparagi e menta fresca e risotto rosa al mirtillo, timballini di zucchine con fiore sardo e macedonia di frutta esotica. Torta rettangolare recante il logo della neonata tv che si occupa solo dell’estetica e salute del viso “la parte del corpo umano” – ha affermato Kornblit – “che comunica più di ogni altra”.

Tanti piccoli doni di beautè per gli ospiti da parte degli organizzatori; ma il pensiero più originale è stato sicuramente il dono di Eleonora Brigliadori portato al direttore della web tv direttamente dalle Honduras: una t-shirt dai colori vivaci e colma di simboli.

Face in tv è la prima emittente web dedicata esclusivamente alla cura e alla bellezza del volto, riconoscendone l’importanza fondamentale nelle relazioni tra individui.

Notizie, approfondimenti, consigli, interviste a specialisti di diversi settori (chirurghi plastici, medici estetici, odontoiatri, dermatologi, tricologi, make up artist, psicologi) e a personaggi appartenenti al mondo della cultura e dello spettacolo, sono alcune delle proposte del palinsesto di Face in Tv.

FACE in TV: Al Margutta RistorArte l’Evento di lancio della Web TV dedicata alla cura del volto.

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Con un evento al Margutta RistorArte il direttore di FACE in TV, Roly Kornblit, presenta ufficialmente la  nuova Web TV, la prima interamente dedicata alla cura del volto.

Viso: estetica e salute. Un binomio perfetto che va al passo con i tempi. Il viso appare, esprime, comunica più di ogni altra parte del corpo umano. FACE IN TV è la prima tv web dedicata alla cura e alla bellezza del volto, riconoscendone l’importanza fondamentale nelle relazioni tra individui.
Gli ideatori del progetto – a seguito di attenta ricerca su tale tematica – hanno riscontrato l’assenza di un mezzo di informazione specializzato capace di rispondere direttamente a un pubblico desideroso di conoscere novità, tecniche, terapie, segreti per prendersi cura del viso in ogni sua parte: dallo sguardo al sorriso, dalla protezione della pelle alla cura dei capelli.

Notizie, approfondimenti, consigli, interviste a specialisti di diversi settori (chirurghi plastici, medici estetici, odontoiatri, dermatologi, tricologi, make up artist, psicologi) e a personaggi appartenenti al mondo della cultura e dello spettacolo, sono alcune delle proposte del palinsesto di FACE IN TV.